Nerone

Nerone

Georges Roux, Nerone, Edizioni Lessonia Roma, 1966, pp. 366.

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Gli anni sono passati, le passioni non si sono spente.
Due mila anni; Nerone è sempre l'estratto di tutte le aberrazioni, il condensato di tutti i vizi, il simbolo di tutti i delitti. Perduto nell'immoralità, spregevole istrione, assassino di suo fratello, di sua madre, ha volontariamente incendiato Roma, ha moltiplicato le uccisioni di disgraziati innocenti. Il suo regno è immerso nell'orrore, nello stupro, nel sangue. E' un mostro. Che dico io, è " il " mostro, è l'Anticristo di San Giovanni, la " Bestia " dell'Apocalisse.
Venti secoli hanno ripetuto le medesime maledizioni. La storia non conosce molti altri personaggi di cui la memoria sia altrettanto appesantita.
Orbene, un giorno nei Ricordi del generale Bertrand, lessi che a Sant'Elena Napoleone, discutendo con i suoi familiari, si era espresso su Nerone in termini sorprendenti. Per scrupolo di chiarezza non li citerò che più avanti, nella sequenza logica e nell'ordine cronologico del racconto. Queste espressioni mi hanno fatto riflettere. Considero l'imperatore come una fra le intelligenze più lucide che siano mai esistite. Nulla di ciò che egli dice può essere indifferente.
Allora ho cercato, ho studiato, ho frugato. E sono arrivato a scrivere questo libro.