La rosa rossa

Due vecchi in un severo e buio palazzetto di una cittadina di provincia, un ex generale austriaco diventato italiano dopo la guerra del '14-18, una governante che sogna di sedere a tavola coi padroni, una serata in teatro, un cofanetto di vecchie lettere d'amore, una rosa rossa infilata in un bicchiere da una mano sconosciuta: questi gli elementi di uno dei più bei romanzi italiani d'anteguerra (fu pubblicato per la prima volta nel 1937, poi, nel '60, venne ristampato in una nuova stesura). Chi già conosce l'arte suggestiva ed esatta dello scrittore triestino, ritroverà qui quel suo modo di costruire il racconto a brevi episodi, a sottili e un po' ironiche notazioni psicologiche, a coincidenze dietro le quali, a poco a poco, s'intravvede il «segreto», il fatto misterioso che tutto regge e spiega.