Le due società. Ipotesi sulla crisi italiana

Le due società. Ipotesi sulla crisi italiana

Aberto Asor Rosa, Le due società, Ipotesi sulla crisi italiana, Einaudi 1977, pp. 104.

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Nel raccogliere sotto il titolo Le due società gli articoli pubblicati da un anno e mezzo a questa parte, e che costituiscono uno dei momenti significativi dell'attuale dibattito politico, Asor Rosa si rende conto degli equivoci che la formula, da lui coniata, ha suscitato, e spiega: «La tesi delle "due società" sta tutta dentro questa nozione della crisi. Non avevo nessuna intenzione di attribuirle una marcata connotazione sociologica, sebbene non manchino le prove di una spaccatura sociale profonda fra due tipi di realtà, di comportamenti, di scelte politiche, di forme di organizzazione, nella situazione italiana (europea?). La tesi delle "due società" ha soprattutto quest'altro significato (metaforico, se volete, e in qualche modo ambiguo ed irritante, come accade in tutte le formulazioni d'immagini): non basta governare (meglio) l'esistente, o per meglio dire quello che ha la forza, la struttura, la storia per esistere e perciò può esprimersi, parlare col nostro linguaggio, organizzarsi e contare : la rimozione pura e semplice del " negativo " porta inevitabilmente ad esiti moderati». Per questo il nocciolo della questione è «la costruzione dell'"ordine nuovo"», e per questo, negli articoli qui raccolti, Asor Rosa ha cercato di «individuare l'ampio, diffuso, profondo bisogno di rapportarsi in forma diversa con la politica, che nasce proprio dalla natura squilibrata e rinno-vatrice della crisi». Ma anche a questo proposito una precisazione sembra necessaria: «la crisi è la somma degli elementi che impediscono a questo sistema — politico, sociale, economico - di mantenere il suo passato equilibrio». Ora, «molti di questi elementi sono stati procurati da noi: noi movimento operaio, noi partito comunista, noi lotte operaie e studentesche. È pericoloso che di questo quasi ci vergognamo..., perché l'uscita dalla crisi verso un nuovo equilibrio, o porta il risultato della crisi dentro di sé, o rappresenta un passaggio all'indietro».