Luigi Capuana, L'isola del sole

Luigi Capuana, L'isola del sole

Luigi Capuana, L'isola del sole, Ed. Lussografica 1994, pp. 139.

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Formata dai due saggi del Capuana, La Sicilia e il brigantaggio del 1892 e la Sicilia nei canti popolari e nella novellistica contemporanea del 1894, intervallati da uno scritto del Pitrè (La Mafia) introdotto pour cause dall'autore nell'edizione del 1914, L'isola del sole, nonostante questa sua natura composita, possiede una fisionomia unitaria, che le ha fatto tra l'altro conservare la sua attualità. Risposta sicilianista a quelli che all'autore apparivano incomprensioni e pregiudizi dettati dall'ignoranza, i due scritti sono giocati a più livelli e segnalano in un certo senso la fine della stagione veristica. Senza presentare infatti una sorta di retractatio, Capuana avverte che l'esperienza naturalistica, incentrata sulla rappresentazione dei faits divers, ha accreditato della Sicilia un'immagine distorta, e ne ha accentuato i tratti specifici fino a farli espressione di separatezza. Tra apologia del declinante realismo e critica di certa manipolazione etico-politica, Capuana non si nasconde tuttavia il disagio di un trapasso epocale, in cui l'intrusione di agenti livellatori aveva bloccato l'Isola in un'«età ingrata, come quella dei fanciulli non diventati affatto giovinotti».